Descrizione
Sinossi:
È proprio un insieme di sguardi, un coro, un concerto di voci la poesia di Francesca D’Asta, una terra di colori vividi, di sinestetiche voci, orizzonti brulicanti, paesaggi generanti vita; è un invito ad oltrepassare con gli occhi quella finestra, un’esortazione verso l’ascolto del sé, un lento soffermarsi, un tempo che ha il sapore dell’attesa, uno spazio che ha il colore onirico dell’oltre.
Così ogni testo presente nella raccolta può divenire, se accolto nella sua essenza, un’attenzione che dal particolare può spingerci alla riflessione sul perché universale di cui ogni essere è permeato, ogni vocabolo utilizzato è un’esperienza personale, ma al contempo riflessione metapoetica sul linguaggio stesso della poesia, meditazione che si accompagna ad una fiducia piena sul valore della parola in un’epoca in cui essa appartiene più alla sfera della sembianza esteriore che al vocabolario dell’animo…
Andare a ravvisare immediatamente un unico oggetto o una sola tematica prontamente analizzabili, in Blu d’istanti, prima raccolta poetica della nostra autrice, è operazione non semplice, forse neanche desiderata. I versi parlano d’amore, è vero, ma di un amore universale, che dalla terra e dagli anfratti più tetri riesce e vuole elevarsi fino alle altezze più sconfinate; è un amore puro, quello che le parole raccontano, un desiderio mite di infanzia, una nostalgia di tempi mai vissuti, una rappresentazione viva e concreta del quotidiano.
Il lettore che si approccia alla contemplazione delle sue pagine – contemplazione intesa come tregua dal mondo, ma nel mondo – viene innanzitutto colpito da un espediente tecnico che è al contempo tematico e concettuale: un andamento generale dei versi che tende alla lentezza, alla meditazione, alla quiete. Ogni poesia pare essere una sorta di dipinto: l’aspetto cromatico è assolutamente essenziale – proprio perché ne costituisce l’essenza più intima – alla cifra stilistica che sottende a tutta la raccolta. Già dal titolo – fine calembour – il blu è richiamato in modo esplicito ed intromette in un paesaggio poetico estatico che ci accoglie attraverso una combinazione dei sensi, dalla vista all’udito, all’olfatto, al tatto: ogni “quadro” è mosaico di una composizione più grande in cui concorrono tutte le nostre esperienze, «dove il gelsomino ombreggia il sale, dove ogni pensiero sa di mare, dove il nostro tempo era sordo cieco e muto al mondo»; è il blu, nomen omen cromatico, che richiama quegli elementi già messi in luce e che costituiscono il dedalo ingegnoso su cui la silloge si posa: il silenzio, la pazienza, la contemplazione:
Nel blu del silenzio
complemento perfetto
dell’animo mio,
nulla aldilà di te.
Il blu di ogni attimo, il blu d’istanti è anche il blu che tiene uniti visi e cuori distanti: è un colore che diviene cartina al tornasole del messaggio poetico ed esistenziale che l’autrice vuole veicolare; una gradazione vivida, quella impressa nella fitta tela della poesia di Francesca D’Asta, capace di tenere insieme frammenti di spazio e richiamare stagioni passate e mai venute: «dentro l’azzurro viviamo noi […] senza tempo».
(Dalla prefazione di Giuseppe La Russa)
Francesca D’Asta:
Francesca D’Asta nasce a Milano nel 1984 da genitori siciliani. Laureata in Lettere presso l’università degli studi di Milano con indirizzo Critica e storia della letteratura italiana successivamente si specializza in Letteratura, linguistica e filologia italiana e romanza.
Ha partecipato a diversi concorsi letterari ricevendo, tra questi, una menzione d’onore dal drammaturgo Franco Celenza all’interno del premio letterario internazionale “Lago Gerundo”. Docente di lettere nella provincia di Milano per la scuola secondaria, porta avanti una produzione artistica dialogo di affetti e visioni paesaggistiche.