Descrizione
Questa storia nasce come mito fondativo di una città ad opera di una donna. I fondatori di città sono sempre stati figure maschili, eroi eponimi. Nel caso della città di Spaccaforno (oggi Ispica), la leggenda, riportata da Serafino Amabile Guastella e in seguito dal Pitrè, attribuisce la fondazione alla maga Saraghina: una misteriosa figura femminile, giunta dall’Oriente, in possesso dell’arte della stregoneria, che trasmette alle donne di Spaccaforno. Seguendo il fascino della suggestione popolare, si è cercato di liberare l’appellativo di “maga” da ogni riferimento alla “strega”, così come accade nella tradizione. La maga diviene l’astronoma, la medichessa e, andando ancora più indietro nel tempo, sacerdotessa di Ecate e di Demetra, quindi conoscitrice della natura e dei suoi cicli. La Saraghina, seguendo le indicazioni degli astri, parte così dall’Oriente insieme ad Ulisse e approda in Sicilia, a Punta Ciriga. Qui, Ecate e le ninfe di Demetra la introdurranno ai misteri della natura e all’uso curativo delle piante. Si recherà dunque a Cava d’Ispica, nel luogo designato dalle Pleiadi per la fondazione di una nuova città. Saranno le donne ad avvicinarsi alla straniera e ad apprendere da lei le arti mediche. Così le “majare” di Spaccaforno diventano, piuttosto, medichesse. Alla fine della sua vita, la Saraghina verrà sepolta vicino al luogo in cui era sbarcata, difronte all’Oriente da cui era giunta, affinchè continui a fare da ponte tra Oriente e Occidente, tra la sapienza del Cielo e quella della Terra.
L’invenzione è stata condotta attraverso una ricerca nel mito, nei poemi epici e nella tradizione poetica. Molti gli elementi ripresi dai riti destinati a Demetra, così come le formule di guarigione sono traduzione e riadattamento delle formule della tradizione popolare siciliana. Nel tentativo di una verosomiglianza mitica e nel desiderio di mantenersi nel solco della tradizione. In appendice, un erbario riporta le piante citate nel racconto, indicandone l’uso medicamentale e il rapporto con gli astri. Attraverso la Saraghina, e le donne che le si raccolgono attorno, si tesse un rapporto sacro con la natura, madre dai molti doni che va a sua volta onorata: questo il compito lasciato in eredità dalla Saraghina alle donne di Spaccaforno.
La prefazione è a cura di Lucia Trombadore, scrittrice e ricercatrice delle dimensioni del mito.
Il libro include un erbario che illustra le proprietà e l’uso medicamentale delle piante presenti nel racconto.