Descrizione
Re Bracalone è un romanzo fiabesco, unico nel suo genere, pubblicato per l’ultima volta nel 1922. Aldo Fichera, con lo scrupolo del linguista, ha riadattato il testo al gusto del lettore moderno.
Un lavoro unico con cui lo scrittore si è posto di fronte alla “fiaba di magia” con l’atteggiamento non tanto dell’imitatore colto quanto, per dirla con Croce, del «contraffattore», con il fine di rinnovare il genere.
Se permangono personaggi ed elementi canonici del mondo fiabesco, quali maghi, orco, fata, verga magica, animali parlanti, formule magiche e così via, d’altro canto viene amplificata la singolarità del protagonista, un Re con una propria individualità che stride con le figure di re e reucci che popolano l’universo fiabesco di Capuana, spesso vittime di finali divertiti e maliziosi.
Re Bracalone è rappresentato come un idealista in perenne conflitto con la realtà. Mira a trasformarla in un continuo anelito di perfezione, tanto da sottoporre se stesso a una serie di fatiche e di prove allo scopo di «ridurre il mio popolo da quasi animalesco qual è, dedito unicamente ai grossolani piaceri della gozzoviglia, un popolo di creature umane intelligenti ed elevate».
Nella narrazione della vicenda e delle avventure di Re Bracalone sono ravvisabili, secondo la lettura che ne fa Evelina Barone, le fasi che scandiscono il viaggio dell’eroe descritte da Joseph Campbell nelle sue ricerche sul fondamento mitologico dei racconti di avventura. L’eroe è colui il quale si mette in viaggio, abbandona la sua realtà e ogni senso di protezione perché ne intravede i limiti. Il suo viaggio è un mettersi alla ricerca di una soluzione o di una via di cambiamento. Il primo a cambiare sarà egli stesso e tornerà con la formula o lo strumento magico conquistato, con cui sarà capace di trasformare la sua realtà di appartenenza in una realtà migliore per tutti, quella ideale, quella sognata.
Un’altra caratteristica di Re Bracalone è il riferimento alla vita politica messa a nudo nelle basse mire di tutti i partiti e in tutte le sue miserie, osservate con ironia sferzante.
La stesura del romanzo nel 1904, e la successiva pubblicazione 1905, fanno ascrivere questo romanzo fiabesco alla produzione tardo-fiabistica di Capuana, farcita con insegnamenti edificanti e inserzioni di propaganda etico-politica.
Un testo pluricodice che, pur offrendosi come opera destinata a un pubblico di tutte le età, «per le sue peculiarità poteva, a buon diritto, ascriversi alla letteratura per ragazzi»; pluricodice, tra l’altro, incrementato dalle preziose illustrazioni di Guglielmo Manenti, che creano un metatesto capace di comunicare con diverse tipologie di lettori e di far emergere e dar forza agli elementi di modernità dell’opera.
Re Bracalone ha delle qualità etico-politiche che lo rendono proponibile al lettore moderno, così come sottolineato nella prefazione da Tonio Dell’Olio: «Perché questo re sognatore e ambizioso non si è mai separato dai suoi sogni, che sono poi quelli per il suo stesso popolo. Egli vive nel suo popolo e del suo popolo… non si limita ad amministrare un regno, ha una visione, una progettualità. Descrive una rotta e la persegue a costo di enormi sacrifici. Insomma la politica come arte e non come gestione pura e semplice del potere».
Un’opera che si mostra quale romanzo di formazione e apre le prospettive a una concezione della politica intesa come partecipazione e come cura, all’interno delle proprie comunità, della bellezza, della cultura e dell’arte quali vie per vincere la pigrizia e l’inerzia della rassegnazione.